Ho di recente scritto questo articolo nel quale invitavo i genitori a comportarsi in modo adeguato con gli insegnanti dei loro figli.
Per par condicio, ora, mi fermo a riflettere su quali verifiche un insegnante (o un qualsiasi professionista ricopra un ruolo tale per cui debba relazionarsi ad un gruppo di persone) abbia il dovere di fare su di sé, costantemente.
Questo a garanzia del fatto che ogni ruolo ricoperto comporti innanzitutto dei doveri, svolti bene i quali si possono poi accampare dei diritti.
MA TU STAI BENE?
Siamo esseri umani, non dimentichiamocelo mai. Siamo soggetti alle correnti della vita che ci percorrono, ci scuotono, ci sbattono, talvolta, di qua e di là, provandoci talvolta profondamente.
Tutti attraversiamo periodi di vita personale…”faticosa”, per le più disparate ragioni.
Come professionisti (insegnanti o no) ABBIAMO IL DOVERE di rendercene conto e l’obbligo di non “scaricare” sui nostri gruppi di lavoro (allievi, dipendenti) le nostre, pur legittime, frustrazioni.
Ovviamente, se e quando accade, questo non è voluto e spesso neppure ce ne accorgiamo.
Ecco però cosa penso: noi DOBBIAMO accorgercene!
Anzi non dobbiamo neppure metter noi stessi in quella situazione.
Tutti sappiamo quanto lo stress logori, e a più livelli, la nostra vita. Ebbene: fermiamoci prima!
Cosa fare?
Quando ti accorgi che “il tuo vaso è colmo”, che tu sia un insegnante o un altro professionista…prenditi del tempo per te!
Basta anche solo un giorno di stacco, per stare con te, per riflettere su quanto ti accade, per “scaricare” in altri modi il malessere che ti provoca l’oggetto del tuo disagio…e poi potrai tornare, maggiormente centrato, a ricoprire il tuo ruolo.
Qualcuno argomenterà che non è così che funziona il mondo del lavoro…che stare a casa non si può…che mica lavoriamo tutti allo Stato (perché nessuno che non viva con un insegnante sa che non si trovano neppure più i supplenti…e che quando ti ammali vieni sostituito dai tuoi colleghi, che fanno ore in più…).
Qualche altra riflessione
Permettimi di condividerti allora questa ulteriore riflessione: quale danno puoi fare, a livello relazionale con i tuoi allievi (o dipendenti), i tuoi colleghi, i tuoi capi…quando “non stai bene”?
Quanto tempo ti occorrerà per recuperare lo strappo provocato da una tua infelice uscita, da un urlo? E se ti relazioni con dei bambini…sappi che il tempo che occorrerà loro per fidarsi di nuovo di te…sarà molto, davvero molto. Ne vale la pena? E’ un buon affare, secondo te?
Allora meglio assentarsi per un giorno…ritrovarsi…e poi tornare. Perché noi, insegnanti o dirigenti, siamo lì per DARE….non dimentichiamocelo!
NON FARTI DISTRARRE…DALLE VETRINE LUCCICANTI: TU SEI A SCUOLA PER INSEGNARE!
Ah qui…mi dovete lasciar issare la mia bandiera e permettetemi di andare decisamente contro corrente!
Mi spiego: in questi ultimi anni le scuole sono impegnate in una gara a suon di “vetrine luccicanti”, al solo scopo di procacciarsi gli iscritti! Nella scuola vicina fanno il corso di fotografia?
E noi offriamo il corso di nuoto e quello di cucito! Eh…però non basta perché nella scuola 3 vie più in là offrono pure il corso di ippica…come possiamo fare? Trovato: ci aggiungiamo il corso di teatro in inglese? Tu, insegnante, però ricordati che non sei un’animatrice turistica…ma tu sei lì per passare conoscenza!
E allora pensiamo davvero che la scuola “innovativa” sia quella in cui si fanno centomila attività…e poi non abbiamo il tempo di insegnare a leggere, scrivere, contare?
Migliori insegnanti e migliori genitori
Invito te, genitore e professionista, a riflettere: quali requisiti pensi debba avere tuo figlio, al termine di un ciclo di studi? Cosa pensi gli sia indispensabile conoscere, per potersi proporre in modo concorrenziale, un giorno, nel mondo del lavoro? Sei d’accordo con me che se su 30 ore di lavoro effettivo di un tempo pieno di scuola primaria, ne utilizziamo mediamente 5 a settimana per “altre attività”…alla fine tuo figlio avrà lavorato per sole 25 ore…mentre magari i bambini che lavorano in altre scuole, in cui ci sono “vetrine” un po’ più modeste…ne lavorano invece 27/30?
Dobbiamo riflettere…insegnanti e genitori…e dobbiamo scegliere, questo fa parte dei nostri doveri.
Dobbiamo anche avere il coraggio di dire dei no, alle insistenze di certi dirigenti…facciamo in modo che sia il nostro operato ad invogliare i genitori ad iscrivere i figli da noi…non le vetrine luccicanti!
QUANDO SEI IN CRISI…ESCI!
A chi non è capitata la giornata in cui ti pare di aver parlato per una settimana ai muri? Discuti coi tuoi allievi di argomenti trattati e ritrattati…e niente, ti sembra di aver parlato a vuoto oppure ad un’altra classe.
Ma tu non ti arrendi, tu ci riprovi, usi altre parole, li solleciti, cominci a guardare negli occhi i più bravi quasi a chiedere conforto…”per te”…perché senti salire la frustrazione (e la rabbia!) di non essere stata ascoltata! Sei un essere umano, ricordi? Allora prima di “sbottare” (e vale anche per te che sei un professionista)…esci!
Vai a bere un bicchiere d’acqua, vai un minuto in bagno, chiama il bidello (o molla lì i tuoi dipendenti…che intanto cominceranno a riflettere sulle loro responsabilità in merito a quanto sta accadendo)…ed esci!
Ritorna solo quando sentirai che puoi interagire con i tuoi allievi in un modo accettabile: tu sei un insegnante, tu sei un esempio…abbi costantemente presente questo.
Io, almeno, faccio così…quando sono a contatto con questo personale disagio…ti invito a provare e a vedere se è anche efficace per te.
PARLA, SPIEGA, RISPONDI…CON AMORE
Noi trasmettiamo contenuti…ma trasmettiamo anche l’amore per la cultura, per la conoscenza.
Noi insegnanti abbiamo lo straordinario privilegio di mostrare, col nostro entusiasmo, con la nostra passione, quanto bello sia conoscere!
Ma la passione…devi provarla, per poterla trasmettere!
E allora: fai ciò che ami!
Costruisciti una carriera che ti renda felice di andare a lavorare! (vale anche per te, professionista).
Ad esempio, studia e aggiornati sui metodi pratici per diventare ed ESSERE un insegnante efficace (clicca per i dettagli).
Se ti è capitato di insegnare, e parlo per la scuola primaria, non so…matematica, ma tu sei un umanista, adori i libri, la lingua…fai in modo da passare, col tempo, sulla materia che tu ami, perché potrai essere doppiamente utile ai tuoi allievi: respireranno la passione che trasudi tu nel fare lezione…e poi avranno un’insegnante più preparata (proprio perché appassionata!)…quindi il tuo lavoro sarà onorato due volte!
E’ possibile divertirsi a lavoro?
SI’, questo te lo posso testimoniare! Io mi diverto da 30 anni…non mi annoio mai e trovo sempre cose nuove da fare, da sperimentare, da proporre ai miei allievi…
La passione ti permette di trovare sempre nuove strategie (vero, professionista?) e di lavorare col massimo profitto e il minimo sforzo. Conveniente, no?
RICORDATI CHE SEI AL SERVIZIO…FINCHÉ SEI IN SERVIZIO
Se ho sostenuto in un precedente articolo che gli insegnanti (e penso lo stesso dei professionisti) abbiano una vita privata che va rispettata, quando sono fuori dal servizio, affermo con convinzione che il nostro sia un ruolo di SERVIZIO per i bambini, ma non meno per i genitori, fintanto che siamo in servizio!
Per questo ritengo che faccia parte della nostra professionalità accogliere le richieste delle famiglie, se hanno bisogno di parlarci, a fronte dei mille impegni di servizio che abbiamo, BISOGNA trovare lo spazio per ascoltare. E ascoltare con apertura, attenzione, senza giudizio, ma sempre nell’ottica di promuovere e consolidare il rapporto di fiducia e di collaborazione che abbiamo chiesto loro di stipulare quando abbiamo iniziato a lavorare coi loro figli.
Abbiamo tanti casi difficili in classe?
Vero, verissimo, oggigiorno le classi ne sono piene…ma noi siamo dei professionisti e TUTTI coloro che hanno bisogno della nostra attenzione…la devono trovare. Le famiglie devono poter trovare nelle insegnanti quell’accoglienza, quella disponibilità che è necessaria per risolvere i problemi che lungo il cammino si possono presentare. Faticoso? Senz’altro! Per questo dico “facciamo meno vetrine luccicanti” e badiamo alla sostanza, e la comunicazione, corretta ed efficace, è sostanza del nostro lavoro.
E quando si comunica…si è capaci di insegnare a comunicare.
E quando i giovani avranno imparato a comunicare…avremo passato il testimone.
E allora, solo allora, il nostro servizio…sarà concluso.