Abbiamo in molti un rapporto non troppo sereno con l’idea del fermarci per riposare.
Per svariati motivi, alcuni trasmessici dalla nostra cultura, altri dalla nostra famiglia attraverso i modelli genitoriali, sviluppiamo un latente, quando non manifesto, senso di colpa quando ci dobbiamo “riposare”, quando per un tempo seppur limitato, smettiamo di produrre.
E SE TU TI RICONOSCESSI IL DIRITTO DI RIPOSARTI?
“Mica siamo fatti di ferro!”, sosteneva mio nonno…e come dargli torto?
Per quanto dense e stressanti sono le nostre giornate, il riposo, il diritto a “staccare la spina” giunge come condizione necessaria per non arrivare al crollo!
Ma noi, dicevo prima, siamo subdolamente invasi da un sottile senso di colpa quando non siamo impegnati a produrre…perché?
Perché la nostra società riconosce come valide, meritevoli di rispetto, quelle persone costantemente impegnate a produrre: più produci, più vali.
A te, come professionista e magari come “capo”, risuona questo? Avverti qualcosa di familiare in quanto scrivo?
Se ti appare naturale, ovvio…ti invito a seguirmi nel mio ragionamento.
Visto che non siamo fatti di ferro (e dando per assunto che crediamo a mio nonno)…forse dobbiamo ricordarci che più che alle leggi del mercato sarebbe per noi saggio sottostare alle leggi della nostra natura! E la natura, per ogni essere vivente, prevede e segue corsi e cicli ben precisi.
Per noi, ad esempio, ha previsto che circa un terzo delle ore della nostra giornata, siano necessarie al recupero delle forze, per poi tornare a “produrre”…ritengo che fintanto che l’uomo non avrà inventato sistemi efficaci quanto quelli della Natura…non gli convenga affatto sottrarsi ai ritmi naturali, che ne pensi?
SAI RICONOSCERE AI TUOI DIPENDENTI IL DIRITTO DI PRENDERSI PAUSE, IN TRANQUILLITÀ E MAGARI CONDIVIDERLE CON LORO?
Oltre al riposo del sonno, poi, siamo strutturati in modo da aver necessità, di tanto in tanto, di staccare.
Quanto sei disponibile, come capo, a comprendere questa esigenza, nei componenti il tuo gruppo di lavoro, e magari a concederti anche tu, insieme a loro, una pausa?
Quanto spirito di gruppo, quanta intimità, quanto spirito di squadra si può creare o alimentare, soprattutto nei momenti in cui non si lavora?
Hai mai pensato che proprio durante una pausa tu hai la possibilità di far conoscere ai tuoi dipendenti lati di te che durante il lavoro non puoi agire, non è opportuno tu agisca?
Io questo l’ho imparato dai bambini…che più di tutti noi sono ancora connessi alla loro Natura. Ho sempre trovato che le pause siano momenti di grande aggregazione, di avvicinamento “al capo” , magari per verificare che gli piace fare battute, magari per osservarlo meglio e fisicamente da più vicino, magari perché è la giusta occasione per scoprire che, in fondo, ha lati umani pure lui…e se li ha…forse può accogliere meglio i miei!
PAUSA TEMPO PERSO…O TEMPO INVESTITO?
Alla luce di questo non pensi che la pausa possa essere intesa come un investimento sul gruppo?
Non dico si debba vivere o concedere a questo scopo, dico solo che può “anche” avere questa utilità.
Per quello che posso condividerti come mia esperienza, oltre al riposo fisico, la pausa serve come grande “pacca sulla spalla”, è un momento in cui puoi far passare il messaggio ai “tuoi” che li stimi, che “vedi” il loro lavoro e il loro impegno…e che è esattamente per questo che riconosci loro la necessità di riposarsi, di staccare un attimo.
E’ un momento in cui, non essendo impegnati a “fare” possiamo, tutti e senza esclusioni, concederci il lusso di “essere”…ed è proprio da questa prospettiva che possiamo manifestare e mostrare lati di noi che altrimenti resterebbero nell’ombra.
E’ una posizione dalla quale possiamo trasmettere questo prezioso e necessario messaggio: tu non sei quello che fai…tu sei. Punto.
E’ giusto lavorare 8 ore al giorno?
Sai che la “Pausa Caffè” al lavoro è obbligatoria per legge?
Secondo te le aziende danno sufficienti pause per il riposo?
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