Col passare del tempo la nostra capacità di attenzione e di concentrazione varia e subisce dei cambiamenti e, a seconda del nostro carattere, ci fa reagire in maniera differente alle piccole sventatezze. Vediamo come si possono classificare gli stadi della nostra attenzione e da cosa sono dipese le differenze della mancanza di concentrazione.
Le distrazioni possono essere dipese da molteplici fattori ma è possibile suddividerle così :
Infantile:
da bambimo ascoltiamo con molta attenzione i discorsi delle persona care e prestiamo attenzione a tutto l’ambiente circostante, ma lo stato di concentrazione può durare per poco tempo per via dello stato evolutivo.
Adolescenziale:
nella fase adolescnziale l’attenzione risulta poco presente in quanto, tra i 14 e i 19 anni, altri interessi “affollano” la mente, rendendo difficile prestare attenzione ad altri temi.
Adulta:
nella fascia d’età tra i 24 e i 40 anni l’attenzione è rivolta alla sfera del lavoro, pertanto l’attenzione sarà buona in questi campi ma meno efficiente negli altri. Per esempio, un impiegato d’ufficio, sarà molto concentrato durante l’orario lavorativo nella materia da lui trattata ma distratto al di fuori del luogo di lavoro.
Senile:
in questa fase l’attenzione risulta svanire, dando spazio a piccole amnesie e distrazioni che aumenteranno sempre più. Queste “inefficienze” sono dovute a fattori fisiologici (anche a piccole patologie) a differenza delle precedenti tipologie di mancanza di attenzione.
Ognuno di noi può reagire a queste distrazioni in modi diversi ma tutti rientrano in uno dei quattro modelli studiati, ovvero :
Lo stupito:
si addossa ogni “colpa” delle sue dimenticanze
L’invulnerabile:
cerca di giustificarsi e farla franca.
L’iroso:
l’aggressività prende il sopravvento trasferendo le colpe del suo errore all’esterno.
Il moralista:
tenta di risolvere e riparare subito alla sua disattenzione.
Concludendo, la nostra distrazione può dipendere dall’inconscio, dalla stanchezza fisica e mentale o dalla ripetitività (senza considerare i casi extra come malattie o patologie), pertanto l’unico modo per rafforzare e controllare la propria attenzione è conoscerla e identificare la causa che ha fatto distrarre il cervello.
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